Cosa intendiamo oggi quando parliamo di SEO? Se stai pensando al vecchio acronimo Search Engine Optimization, abbiamo delle novità per te.
Se vuoi restare al passo con l’evoluzione del settore e mantenere alta la competitività del tuo business, continua a leggere per scoprire in che direzione si sta muovendo la SEO e perché ci stiamo lasciando alle spalle la ricerca tradizionale. Ma soprattutto per sapere dove stiamo andando.
SEO di ieri, di oggi e di domani: cos’è cambiato?
Non esiste specialista di marketing e comunicazione che non conosca l’acronimo SEO e che non sappia scioglierlo nella sua versione estesa, quel “Search Engine Optimization” che ci ha fatto compagnia per anni.
Complice un cambiamento radicale delle abitudini di intrattenimento e consumo, però, oggi la stessa sigla sta assumendo contorni sempre più ampi.
Se fino a qualche tempo fa fare SEO significava ottimizzare la propria visibilità su Google e occasionalmente su altri motori di ricerca, oggi occuparsi di ottimizzazione sul Web corrisponde a migliorare costantemente la reperibilità di prodotti e brand anche sulle piattaforme di e-commerce, sui social network e nel mondo degli assistenti vocali.
Search Everywhere Optimization: cos’è e come funziona?
Per Search Everywhere Optimization si intende un approccio multicanale e personalizzato che integra ottimizzazione testuale, visiva e vocale all’interno della vita digitale quotidiana. L’obiettivo? Portare la visibilità oltre i motori di ricerca per offrire customer journey sempre più semplici, completi e appaganti.
Teorizzata da Neil Patel e supportata da altri esperti di marketing digitale a livello mondiale, la Search Everywhere Optimization rappresenta un’evoluzione naturale delle tradizionali strategie SEO in risposta ai cambiamenti comportamentali degli utenti e all’ampliamento delle tecnologie di ricerca accessibili su larga scala.
Se negli scorsi mesi abbiamo dovuto prendere atto della verità che gli utenti sono ormai abituati a “cercare tutto ovunque”, la conseguenza logica è che chi si occupa di SEO dovrà fare in modo di rendere ogni contenuto fruibile con immediatezza attraverso qualsiasi ambiente di ricerca disponibile.
Search Engine Optimization: i limiti dell’approccio tradizionale
Affidarsi esclusivamente alla SEO tradizionale espone le aziende a rischi sia operativi che di performance: gli aggiornamenti algoritmici di Google, infatti, così come eventuali penalizzazioni, possono compromettere la continuità del traffico e avere un impatto diretto su ricavi e lead generation. Inoltre, ignorare le altre piattaforme disponibili significa limitare la portata dei propri contenuti e, di conseguenza, ridurre le opportunità di acquisizione.
Anche grazie alla recente pervasività delle intelligenze artificiale, infine, la Search Engine Optimization deve necessariamente evolvere in direzione di nuovi modelli semantici e AI-driven, seguendo logiche di visibilità aggiornate e mettendo al centro la user experience con l’obiettivo di influire positivamente su ranking e fidelizzazione.
Oggi le ricerche avvengono su molteplici canali – da TikTok ad Amazon, da YouTube agli assistenti vocali – ciascuno con logiche di categorizzazione e fruizione specifiche. In questo scenario, la Search Everywhere Optimization diventa un asset strategico irrinunciabile, perché presidiare più piattaforme equivale ad aumentare l’autorevolezza del brand, ridurre la dipendenza da singoli canali e amplificare le opportunità di conversione.
In conclusione, raggiungere una visibilità diffusa significa ottenere una maggiore fiducia, un tasso di memorabilità più elevato e una migliore scalabilità.
Search Everywhere Optimization: canali e best practices
Per ottenere un livello soddisfacente di user experience e soddisfare i requisiti richiesti dagli algoritmi di AI, la Search Everywhere Optimization dev’essere implementata a copertura di un ampio orizzonte di canali. Continua a leggere per scoprire come farlo.
Search Everywhere Optimization per motori di ricerca
Iniziamo dai motori di ricerca, vecchie signorie della SEO ormai parzialmente spodestate. In questo caso restano valide le strategie basate sulle keywords più rilevanti, su meta description incisive e su contenuti gerarchicamente ben organizzati (ovviamente sulla base di una buona velocità del sito).
Search Everywhere Optimization per social network
Spostandoci verso i social network, è essenziale ricordare che ogni canale richiede un approccio specifico al fine di ottenere la migliore Search Everywhere Optimization possibile. Partiamo da TikTok, che predilige i contenuti brevi (tra il 15 e i 30 secondi), richiede hashtag pertinenti e trend-driven, e beneficia di uno storytelling immediato capace di aumentare la visibilità organica attraverso le interazioni.
Una buona SEO su Instagram, invece, impone contenuti visivi curati, reel coinvolgenti e una frequenza di pubblicazione piuttosto alta che metta al centro il potenziale delle stories; mentre fare SEO su Facebook oggi significa focalizzarsi sulle campagne di brand awareness e sul community building basato su post conversazionali e gruppi tematici.
Infine, se su LinkedIn è il long content a fare da padrone, seguito dai caroselli informativi, su Twitter/X continuano a funzionare keywords, thread di approfondimento e, ovviamente, la massima tempestività per essere sempre in trend.
Search Everywhere Optimization per e-commerce
Dai company e-commerce ad Amazon, la chiave di una buona SEO è la creazione di schede prodotto chiare e persuasive costruite integrando keyword ad alta intenzione d’acquisto, descrizioni approfondite e immagini di qualità dotate di alt tag pertinenti.
Nei marketplace artigianali come Etsy e Shopify, inoltre, è essenziale curare anche storytelling e coerenza visuale per raccontare il brand in modo funzionale all’esperienza d’acquisto.
In ogni caso, per una buona SEO il layout deve sempre guidare l’utente verso la conversione, con informazioni ben formattate e CTA evidenti.
Search Everywhere Optimization per assistenti vocali e chatbot AI
La Search Engine Optimization tradizionale non era più sufficiente per farsi trovare con immediatezza dagli assistenti vocali contemporanei e per coinvolgere le AI conversazionali.
Per questo motivo, se l’obiettivo è essere individuabili da parte di Alexa, Siri o Google Assistant, è fondamentale ottimizzare i contenuti per le ricerche vocali: puoi farlo adottando un linguaggio naturale, strutturando le informazioni come risposte a domande frequenti e utilizzando dati strutturati (schema markup) per aumentare le chance di apparire nei featured snippet.
Concentrando l’attenzione sui chatbot, invece, ricorda che le AI ChatGPT, Claude o Perplexity non seguono le logiche SEO tradizionali bensì prediligono apertamente i contenuti chiari, aggiornati e ben organizzati: struttura il sito in modo leggibile, sintetizza ciò che vuoi esprimere in modo efficace e assicurati che le tue fonti siano autorevoli e verificabili. Se vuoi sapere di più su come ottimizzare il tuo sito web per i motori di ricerca AI leggi il nostro articolo “Cos’è l’Ottimizzazione per i Motori Generativi (GEO): La Guida Completa“.
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